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Modica è uno dei centri urbani piu' antichi della Sicilia e viene ricordata in epoca romana da Cicerone come uno dei territori piu' fertili della Sicilia.
La Motyka dei Siculi fu, sin dal medioevo, uno dei feudi più ricchi ed importanti della Sicilia. Dapprima fiorente centro arabo (con il nome di Mohac), poi città regia con i normanni, diventò capitale di contea con gli aragonesi che la affidarono ai Chiaramonte; a questi succedettero i Cabrera e gli Henriquez.
Non solo il barocco, nelle sue forme eccessive, rende Modica una perla preziosa, ma è anche la pietra stessa, quella che toccata dal vento in certi momenti suona.
Modica aperta, inerpicata a scalini sulla collina racchiude il meraviglioso senso del correre dei muretti a secco e sembra volersi accordare con l'intricato andare su e giu', nei luoghi abitati, di scale e vicoli, donando un aspetto di ruscelli pietrificati.
E' una città d'aspetto barocco, unica strappata alla roccia, arroccata in modo scenografico tra due valloni, attraversati da due torrenti (Janni Màuru e Pozzo dei Pruni) oggi coperti che formano il fiume di Modica e danno all'abitato l'aspetto di una "Y" scavata in profondità "Modica bassa".
La parte nuova della città è conosciuta come "Modica sorda", caratterizzata da edilizia moderna ed attività commerciali.
Modica che Gesualdo Bufalino definiva "...un paese in figura di melagrana spaccata; vicino al mare ma campagnolo; metà ristretto su uno sprone di roccia, metà sparpagliato ai suoi piedi; con tante scale tra le due metà, a far da pacieri, e nuvole in ciclo da un campanile all'altro, trafelate come staffette dei cavalleggeri del Re".
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